lunedì 14 novembre 2016

Step16, nel design

La scelta del colore nel design è molto soggettiva: la reazione che il colore evoca potrebbe cambiare da persona a persona. Questo è dovuto a volte a gusti e preferenze personali, ma altre volte a causa del background culturale. La teoria del colore può essere considerata una scienza. Studiare come i diversi colori influenzano le persone, individualmente o come gruppo, è diventata una vera e propria professione. Basta cambiare semplicemente la tonalità del colore o la saturazione per evocare sensazioni completamente diverse.
Il colore ha essenzialmente 3 funzioni:
  • evoca delle sensazioni
  • rappresenta uno stato d’animo
  • riflette l’identità aziendale

La terra d'ombra bruciata rientra nella categoria dei bruni, dei marroni. Il marrone è associato alla terra, al legno, alla pietra. E’ un colore naturale, caldo e neutrale, ed evoca armonia e stabilità. Spesso, infatti, viene utilizzato in ambienti pubblici, in quanto aiuta l'utente a sentirsi a proprio agio.

Com'è stato detto inizialmente, il colore riflette l'identità aziendale. Un colore caldo come la terra d'ombra bruciata non può che far riferimento al settore dell'arredamento, in particolare ai mobili. 
E chi, se non Michael Thonet, può rappresentare al meglio questa sezione riguardante la storia del mobile moderno?

Chair n. 14, M. Thonet 
Chair n. 1, M. Thonet


La curvatura del legno tramite vapore consentiva forme sinuose ed eleganti, pur mantenendo un aspetto delle superfici "pulito" e quindi combinava il classico al moderno in realizzazioni molto difficili da ottenere con i sistemi di lavorazione tradizionali. Il tutto era combinato a una inusuale semplicità e leggerezza. Con la rivoluzione del 1848 molte persone perdono il lavoro e trovano un altro impiego nelle nuove fabbriche di Thonet, dove sono in funzione le macchine a vapore. Il successo giunge nel 1859, quando l'azienda Gebrüder Thonet dei figli di Michael presenta la Sedia n. 14 in legno massello curvato. L'azienda ha avuto una certa rilevanza durante il passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale e semi-industriale: la Thonet infatti puntava proprio sulla riduzione del numero di pezzi e del tempo necessario al montaggio. Il metodo di lavorazione, soprattutto, non era più puramente artigianale, ma bensì semi-meccanizzato: soluzione adottata anche da altre aziende del settore, italiane e non. A quel tempo gran parte delle sedie in legno venivano ancora realizzate completamente a mano per incisione e sottrazione del materiale affidata ad artigiani, artisti dove in ogni pezzo era evidente la creatività e la manualità del suo realizzatore. La produzione della Thonet era invece standardizzata, ricavata su progetto preliminare antecedente e riprodotta in serie. Thonet applicava alle sue sedie anche delle soluzioni per contenere i costi: utilizzava per esempio delle sostanze chimiche, grazie alle quali ridusse l'impiego di costose essenze di legno, sostituendole con sottili impiallacciature.

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